L'altro giorno,cercando invano come sempre,una ricevuta di una bolletta pagata(nei miei cassetti il caos regna sovrano)rimescolando ben bene,mi è capitato tra le mani un piccolo oggetto ormai in disuso da decenni,ma importantissimo per gran parte della mia vita:era lui,il gettone telefonico!Non capisco come e perchè fosse lì,visto che nel frattempo avevo cambiato casa più di una lumachina che abbandona la sua ,perchè diventata troppo piccola per trovarne un'altra che le si confacesse di più.L'unica differenza è che le mie case non aumentavano mai la metratura,la sua si.Tornando al gettone telefonico e tenendolo tra le dita,mi si è aperto un piccolo cassettino nella mente,e sono tornata a quando tre amiche per la pelle,abitavano nella stessa casa,nella città universitaria della torre pendente e perchè no,anche delle torre del conte Ugolino,il quale si ricorda per aver fatto un lauto pasto con le carni dei suoi parenti.(la bocca sollevò dal fiero pasto-dalla Divina Commedia di Dante Alighieri)Le tre amiche erano lì a causa degli studi universitari che svolgevano con vera passione,e che per mantenersi agli studi,facevano qualche lavoretto extra:una,la scienziata di casa,dava ripetizioni di fisica a qualche svogliato studente del liceo,un'altra dava una mano in una tabaccheria,e l'altra infine ,portava a spasso i cani del quartiere,cioè quello che oggi,per la mania di inglesizzare tutto,si dice:dog-sitter.
Le loro giornate scorrevano veloci,tra una lezione,un esame,una esercitazione ma la sera aveva quasi sempre un appuntamento fisso,cioè la telefonata a casa delle loro famiglie e dei loro fidanzati dell'epoca(una di loro è ancora felicemente insieme al fidanzato di allora).Questo era possibile grazie all'apparecchio telefonico all'interno di un ristorante,appena all'entrata,a destra del banco bar,dove stava un telefono tutto grigio e azzurro,a gettoni e quasi sempre funzionante.Partivano da casa,con la tasche o le borse appesantite dai gettoni,alla volta del ristorante"da Renzo"che era diventato quasi come una seconda casa,o meglio,i proprietari erano diventati come una seconda famiglia.Le telefonate si svolgevano come detto prima,vicino al banco del bar,dove gli avventori del ristorante sorseggiavano un caffè,un digestivo,dopo aver mangiato abbondantemente.E,ovviamente,noi,nel comunicare a casa come stavamo,se l'esame era andato bene e altre cose,pur parlando con tono basso,era come se lo comunicassimo anche ai "vicini di telefono",per cui,non solo Renzo,il ristoratore,ma anche la moglie,i figli,la zia e la cognata erano messi al corrente dei cavoli nostri e si interessavano benevolmente delle nostre cose.Questa non era una cosa che dava fastidio,anzi era anche un modo di parlare e di sentirsi vicini alle persone ,perchè alla fine anche loro,erano entrati in confidenza con noi e ci raccontavano le loro cose,i loro problemi quatidiani e tanto altro.Tutta questa amicizia si è poi protratta nel tempo,e questo grazie al "famigerato gettone telefonico,dico famigerato,perchè a volte il telefono ci faceva impazzire,sputando fuori il gettone che era apparentemente identico agli altri,ma non aveva importanza,arrivava subito Renzo in nostro soccorso con un gettone nuovo fiammante.
Questo ricordo mi ha fatto fare una riflessione:forse la telefonata era sicuramente più scomoda,visto l'orario fisso,il luogo dove si svolgeva,la durata obbligata dalla quantità di gettoni a disposizione,ma...almeno c'era un rapporto umano con qualcuno,a volte la telefonata diventava quasi una scusa per fermarsi un pochino lì con loro a chiacchierare e prendere un bel caffè caldo,ora ,se vai per la strada,vedi un esercito di gente,incurante di quello che gli succede intorno,con una mano all'orecchio che parla,parla,parla e forse non sa neanche con chi o di cosa sta parlando,ma lo deve fare,deve far vedere che è impegnato solo perchè ha un cellulare inchiodato all'orecchio....ed è per questo che ogni tanto si dovrebbe rimpiangere il vecchio e amato gettone.
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